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Era una calda mattinata di Agosto, quando ho avuto l'onore di conoscere  il Maestro Antonino Maria Garufi. L’Artista e la sua elegante Signora mi hanno aperto  le porte della loro Dimora-Museo, un raffinato appartamento  nel cuore di Crotone. Appena varcata la soglia, i sentimenti di stupore e  meraviglia hanno subito preso il sopravvento, ritrovandomi catapultata in un altra dimensione, immersa nel tripudio del colore: era il trionfo della Pittura.

 

Certo non è semplice parlare di questo colto e unico Artista, un pittore garbato e modesto d’altri tempi, dall’ animo sensibile e attento, e raccontare della sua pittura straordinaria senza risultare banale o ripetitiva, evitando di inflazionare parole che certamente sono già state usate spesso, augurandomi di presentarlo al pubblico che visionerà il suo operato tra queste pagine cogliendone la più vera e raffinata essenza.

 

Molti hanno scritto di Lui e speso parole meravigliose, accostando  le sue abilità pittoriche  ai più grandi Maestri del passato, al Caravaggio naturalmente, a Mattia Preti, Luca Giordano, per passare per i più grandi esponenti del Barocco, o le Scuole del Verismo europeo, e benché il Maestro Garufi, sia un profondo conoscitore del passato, facendo proprie le tecniche di una  bottega pittorica ormai caduta in disuso, in un epoca che predilige certamente le avanguardie artistiche, ci ritroviamo paradossalmente davanti ad un Barocco contemporaneo. Garufi è lo specchio del suo tempo. Seppure il richiamo all'antico ci appare immediato, perché  risulta familiare, bisogna scavare più a fondo, entrare nello stato emozionale di questo Artista, coglierne l'essenza più profonda, assaporarne il magnetismo e il linguaggio nascosto,  per accorgersi quanto Garufi incarni la sua epoca: muovendosi tra i suoi spazi, nelle sue stanze ricche di opere imponenti e sensazionali, il mio sguardo viene ad un certo punto catturato e colpito dall'ambiente circostante,  un ambiente ricco di dettagli, quegli stessi dettagli che possiamo  cogliere nella sua pittura:  il tappeto del quadro è il tappeto della sua sala da pranzo;  il vaso di fiori di quello Still Life è il vaso posato sul  suo tavolo; la cesta di frutta di quella Natura Morta è la cesta che padroneggia  come centrotavola nella sua cucina; le piante delle sue tele sono piante che Lui ha coltivato, Lui ha innaffiato; i paesaggi  sono paesaggi che ha vissuto. Ed improvvisamente una sensazione unica e nuova quella di essere dentro il quadro:  io spettatrice incantata nell'ammirare quelle opere ero dentro le opere stesse.

Garufi sceglie con accurata meticolosità le sue composizioni, ne studia le forme, gli spazi, le luci, e le ombre, e poi ne cattura i dettagli, in maniera meticolosa, trasposizione di  una minuziosa e pregiata precisione.  La  profonda conoscenza dei pigmenti del Maestro è ben evidenziata nelle sue precise scelte cromatiche, nello studio attento degli accostamenti del colore e dei suoi relativi contrasti luministici, nella stesura accurata di velature data da colori puri, vivi, squillanti, vibranti di una forza e un intensità tonale che fanno venir voglia di annusare quel fiore, assaggiare quelle ciliegie, accarezzare le setole dei tappeti, sentire il fruscio delle stoffe di quei drappeggi: tutto prende vita nei dipinti di Garufi. Ma le sue opere non ci  regalano semplicemente un immagine visiva e realistica del suo mondo, ma travolgono chi le osserva, catturato da una magia alchemica che non si può descrivere, si può solo vivere.  A quel punto tutto appare più nitido nel comprendere che il suo mondo interiore trae  spunto dal suo mondo esteriore, e non si limita semplicemente ad un esercizio virtuosistico di stile e tecnica, di cui Garufi è certamente un abile Maestro, ma ci comunica  messaggi ben più importanti: ogni opera è portatrice di significato, metafora  di  verità che ci vuole svelare, talvolta denuncia di realtà scomode.

 

Garufi è un Artista completo, che ha assolto appieno il suo ruolo nel mondo dell’Arte, con il garbo che lo contraddistingue mi saluta, lasciandomi un immenso bagaglio visivo ed emozionale di cui gli sarò sempre grata, esco dalla sua dimora fatalmente rapita con in mano la splendida  opera di cui mi ha fatto dono, e che oggi mentre scrivo , è appesa qui davanti a me, nel mio Studio. Garufi  è il Trionfo della Pittura,  il Trionfo della Vita.

 

Cagliari, Settembre 2015                                                                                                                                                               Dott. ssa Tamara Follesa